Dal sito " Il museo della figurina" di Modena
Le "figurine"sono apparse in Europa a partire dal XV secolo e impresse con le tecniche della xilografia e della calcografia.
Nel corso dei secoli le stampe andranno progressivamente laicizzandosi e affrancandosi dalla funzione di precetto e di culto che le aveva generate.
Si trasformeranno in figurine che raccontano i fatti dell'attualità; diventeranno un canale per divulgare conoscenze e via via sempre più destinate a favorire la volontà squisitamente enciclopedica che caratterizzerà l’universo delle figurine.
Il Museo della Figurina è nato dalla appassionata opera collezionistica di Giuseppe Panini, fondatore, nel 1961, dell’omonima azienda assieme ai fratelli Benito, Franco Cosimo e Umberto.
Nel corso degli anni egli ha raccolto centinaia di migliaia di piccole stampe a colori che nel tempo sono andate a costituire questa straordinaria collezione diventata museo all’interno dell’azienda nel 1986. Nel 1992 Giuseppe Panini e l’azienda stessa decidono di donare il Museo al Comune di Modena, città ritenuta sua sede naturale in quanto capitale mondiale della figurina moderna.
La raccolta riunisce accanto alle figurine propriamente dette, materiali affini per tecnica e funzione: piccole stampe antiche, scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, menu, calendarietti, album pubblicati dalle ditte per raccogliere le serie o creati per passatempo dai collezionisti seguendo solamente il proprio gusto estetico e la propria fantasia e molti altri materiali ancora.
Il Museo è stato aperto al pubblico il 15 dicembre 2006, nella prestigiosa sede di Palazzo Santa Margherita che ospita anche la Biblioteca Delfini, la Galleria Civica e l'Istituto Superiore di Studi Musicali O. Vecchi - A. Tonelli. Palazzo Santa Margherita è sorto dove si ergeva una chiesa dedicata proprio a Santa Margherita. Utilizzato dal XII secolo prima come convento poi come caserma, dal 1874 divenne sede (e lo è tuttora) del Patronato pei Figli del Popolo.
La nascita della figurina e la grande diffusione di immagini nella seconda metà dell’Ottocento furono dovute ad un metodo di stampa destinato a rivoluzionare il mondo delle arti grafiche: la
cromolitografia, il cui brevetto ufficiale fu depositato a Parigi nel 1837 da Godefroy Engelmann (1778–1839).
Benché già con l’incisione si ottenessero stampe policrome utilizzando matrici di colori diversi oppure acquerellando le stampe a mano, la cromolitografia rese possibile la produzione di
una grande quantità di immagini a basso costo. Inoltre, rispetto alle tecniche precedenti, ampliò la gamma cromatica e consentì una precisione di dettagli fino ad allora
impensabile.
Alla base delle tecnica cromolitografica si trova l’invenzione della litografia, nata a Monaco nel 1798 dalle sperimentazioni di Aloys Senefelder (1771-1834) ed inizialmente impiegata per la
riproduzione di spartiti musicali.
La Seconda Guerra Mondiale spacca il Novecento in due tronconi, lasciando l’Italia sofferente e sconfitta.
Il nostro Paese è diviso, alla ricerca delle energie per risorgere e pacificarsi.
È lo sport a fungere da collante: le imprese straordinarie di Coppi e Bartali nel ciclismo, la leggendaria avventura del Grande Torino nel calcio restituiscono agli italiani la voglia di sognare e l’entusiasmo, dando loro nuovi simboli nei quali riconoscersi.
In questo clima affonda le sue radici la figurina moderna che, progressivamente, si svincola dal legame con altri prodotti.
È proprio lo sport a dare slancio alle iniziative di piccole ma vivacissime case editrici che, sfoderando creatività e sperimentando nuove formule, conducono la figurina, in pochi anni, al rango di filone editoriale a sé stante.
Si prepara così il terreno per la nascita di imprese esclusivamente dedicate alla produzione di figurine.